Note in Libertà
Una tramissione "Rete Due" della RSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana, 1995-2013)
 
  
Le Note in Libertà nacquero come brevi interventi radiofonici per la Rete Due della Radio della Svizzera Italiana. Dapprima furono mandate in onda una dopo l'altra, a raffica, per numerose mattine di seguito. Successivamente furono ospitate nella trasmissione "Il Bis di Paganini" condotta da Roberto Corrent e Giuseppe Clericetti. Il titolo della trasmissione fa evidente riferimento "parole in libertà" della poesia futurista. I futuristi attribuivano considerevole importanza al potere evocativo delle "parole in libertà", magari anche a quando non rispettavano la sintassi. L'essenziale era che il discorso potesse essere libero da ogni costrizione esterna, a meglio rendere il sentire immediato e istintivo dell'autore. La "libertà", nel caso di queste mie "Note" (che invece spero risultino rispettose della grammatica), fu quella di saltare, per così dire, di palo in frasca da un argomento all'altro. Eppure, la lingua batte dove il dente duole, alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore riemergono frequentemente, anche se in forma di volta in volta diversa; un po' (lasciate che mi dia delle arie) come nelle "Mille e una Notte" o altre opere delle culture del Medio Oriente, in cui le idee e gli argomenti sono organizzati non in forma lineare (dalle premesse alle conclusioni), come si preferisce fare in Occidente, ma in forma ciclica, ripetitiva. Ad ogni ritorno però, di una certa idea viene presentato qualche aspetto collaterale nuovo che in precedenza non era stato visitato.
  
Ora che le Note in Libertà, dopo tanti anni, sono state mandate in pensione mi venuto il desiderio di rielaborarne i testi e renderli accessibili nel web. A poco a poco le inserirò in questa pagina. Se ne potrnno leggere leggere i titoli nella colonnina qui a destra e, cliccando, si accederà ai testi.
  
Vorrei avvertire che il tono di numerose Note è spesso scherzoso. Ciò non vuol dire però che tocchino necessariamente argomenti leggeri. Anzi, queli leggeri sono pochini. Più spesso vi esprimo, specie in tema di estetica, posizioni che al momento sono piuttosto di minoranza. Proprio per questa ragione ci tengo a diffonderle e a fare sapere al grande pubblico che i capisaldi della filosofia romantica dell'arte, successivamente divenuti parte dell'estetica corrente nel corso del Novecento, ormai schricchiolano e fanno acqua da tutte le parti (l'idea di genio, di opera immortale, di giudizio della posterità, che esista una musica "leggera" e una musica "pesante", e che la seconda si debba ascoltare in reverente silenzio come se fosse un rito religioso, che l'artista debba esser sostenuto economicamente dalla società pur rimanendo libero di fare sempre ciò che gli pare, ecc., ecc.). Questa forma patologica di romanticismo - una vera e propria "sindrome romantic" - è stata con noi fin troppo a lungo e parecchio ci ha ostacolato la comprensione di musiche extraeuropee che si basano su premesse estetiche radicalmente differenti se non addirittura opposte.

Ma sono tanti i temi che compaiono, si intrecciano e si sviluppano in queste "Note" e non è il caso di farne il riassunto, anche perché i singoli testi non sono affatto lunghi. Sono stati tutti scritti con l'intenzione di evitare la noia - e spero che il risultato corrisponda all'intenzione.