Eufemismi a tutto spiano

 

Sono numerosi gli eufemismi che condiscono la nostra quotidianità. Pare che ci si rifiuti di percepire le cose brutte nella loro reale crudezza. Le si indicano allora con parole e giri di frase che le facciano apparire meno crude. Ecco un piccolo elenco, certamente incompleto:

Vecchiaia. Si vuole vivere a lungo ma poi ci offendiamo se qualcuno ci dice che siamo vecchi. Si parla quindi di "anziani", di "terza età" e perfino "quarta età". I vecchi, dunque, non esistono più. Siamo ormai incapaci di reggere il peso di una parola che è solo il segno della capacità di avere resistito alla vita e di conoscerla meglio di altri. Per essere gentile, una signora mi ha recentemente detto che sono "diversamente giovane".

I Morti. Pare ormai gentile considerarli "diversamente vivi". Ai funerali raramente manca qualcuno che faccia un discorsetto, rivolgendosi direttamente al trapassato: "Caro o cara...ci ha fatto piacere conoscerti e siamo rammaricati di averti perso. Speriamo che tu abbia fatto buon viaggio, che starai bene, mandaci un messaggino WA ogni tanto quando hai un momento. Segue poi un applauso quando la bara esce dalla chiesa.

Disabili. Ormai da tempo si dicono "diversamente abili". 


Spazzino. Quello che una volta era lo "spazzino" è ormai indicato come "operatore ecologico". L'espressione è più rispettosa, ma non alleggerisce certo il peso che questo lavoro richiede. 

Negro. I negri si chiamano adesso "neri", come se poi questa parola non volesse dire esattamente la stessa cosa. 

 

Torture e atrocità di ogni genere, tali a volte da far sembrare il Marchese De Sade uno sprovveduto dilettante, sono ormai definite asetticamente come: "infrazioni ai diritti umani". Mai i giornali ci dicono che una donna è stata stuprata, sventrata a colpi di baionetta e poi, a completamento del lavoro, che le hanno tagliato la lingua.

Carestie ed epidemie. Migliaia di persone muoiono di stenti e malattie o vengono in vari modi trucidate - "emergenza umanitaria”.

Uccisione di animali. Quando si autorizza la caccia di animali il cui numero (secondo i cacciatori) sarebbe eccessivo, si parla di "prelievo" o di "alleggerimento" della loro popolazione; sono i cosiddetti “animali regolabili” (cioè, animali da uccidere). Per quanto riguarda i branchi di lupi ho recentemente letto che si propone una "regolazione proattiva".

Criminalità. La criminalità si dice ormai "disagio sociale". Attenzione però: il termine non pare si riferisce al "disagio" vissuto delle vittime. 

Criminali. Persone in deficit di “competenze sociali”.

Strage di civili. In guerra l’uccisione di civili si definisce adesso come “danno collaterale”.

Paesi poveri. I paesi poveri si dicono "in via di sviluppo”; mi domando come mai una persona povera non venga allora definita come persona “in via di arricchimento”.

 

Guerra: si chiama adesso "processo di pace". 

Licenziare personale: ridurre i costi.

Quali prossimi aspetti della nostra vita saranno eufemizzati? Non resta che aspettare e vedere, perché la tendenza è in crescita e non ne mancano altri che aspettano di essere - a parole - ammorbiditi.